Aggiornato al 21/12/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Harry Weisburd (Berkeley, CA, United States) - Cell Phones

 

La Olivetti vista con gli occhi di un dipendente - 8

L’esperienza Omnitel

(seguito)

di Rolando Argentero con Cesare Verlucca

 

Prima di lasciare definitivamente la Olivetti mi toccò compiere una interessante esperienza nel mondo telefonico che l’ingegner De Benedetti aveva deciso di esplorare, pensando per primo ai cellulari. L’intuizione venne in realtà a Elserino Piol, uno dei suoi più stretti collaboratori, e si rivelò vincente sul mercato (basti pensare ai milioni di apparecchi cellulari che esistono oggi al mondo e alle società che si dividono le diverse fette del mercato). Il big boss incaricò l’ingegner Caio di occuparsi della materia (sconosciuta a tutti) e, non so bene come e perché, mi venne chiesto di affiancarlo (ormai ero fuori dall’Ufficio Stampa, e il Servizio Computer per lo Sport si stava lentamente spegnendo): ero, in altre parole, di sovrappeso ovunque.

De Benedetti, visto il mio curriculum, trovò un nuovo impiego adatto alle mie capacità: c’era da scrivere il testo previsto dal bando che aveva lanciato il Ministero delle Poste e Telecomunicazioni per questi telefoni cellulari. Doveva essere un mix di tecnico (che non avrei scritto io) e di chiarimento per profani. Ci affidarono un ampio spazio e, per la prima volta, cominciai a sentir parlare di telefoni cellulari e a scrivere del loro potenziale funzionamento.

Lavorammo sodo per un paio di mesi (c’era una scadenza da rispettare) e ogni tanto l’ingegner Caio aggregava qualcuno nuovo. Tra questi giunse dal Veneto il simpatico geometra Gasperin, uno alla mano e disponibile a lavorare per rispettare la data prevista dal Ministero e a consegnare il volume, assai voluminoso, che spiegava come Omnitel intendeva stendere la propria rete nella penisola italiana. Poi restammo in attesa dell’esito.

Trascorsero settimane piene d’ansia, ma infine la risposta fu positiva: il Ministero aveva accettato la proposta. Da quel momento occorreva rimboccarsi le maniche, e partire senza deludere chi a Roma aveva deciso. Era il 1990 quando Olivetti annunciò la costituzione di Omnitel, società destinata a operare nel settore dei servizi radiotelefonici cellulari.

In quegli anni ho avuto l’occasione di incontrare due persone straordinarie che, formatesi in Olivetti, hanno avuto modo di affermarsi nel mondo italiano dell’economia. Si tratta di Ernesto Caio e di Vittorio Colao. Giunsero in pratica quasi insieme e quando se ne andarono trovarono impieghi straordinari.

Conobbi Colao, originario di Brescia (ma di famiglia calabrese), quando nel 1996 diventò direttore generale di Omnitel Pronto Italia (oggi Vodafone Italia) e per qualche tempo dividemmo “il pane” nello stesso ufficio. Si trattava, in realtà, di un ampio spazio fisicamente collocato presso l’area dell’autorimessa aziendale e dove a un certo punto ci raggiunse anche Francesco Caio.

Tre anni dopo fu nominato amministratore delegato di Vodafone Omnitel (divisione italiana), due anni dopo salì al grado di amministratore delegato regionale di Vodafone per l’Europa meridionale, Medio Oriente e Africa. Nel 2004 lasciò Vodafone per assumere l’incarico di amministratore delegato di Rcs MediaGroup; rimase in quella posizione per due anni, quindi tornò in Vodafone come amministratore delegato a capo della Divisione Europa. Nel 2008 sostituì Arun Sarin come amministratore delegato di Vodafone. Poi una pausa di sette anni. Infatti, soltanto nel 2015 fu nominato amministratore non esecutivo di Unilever. Tre anni dopo è lo stesso Colao ad annunciare le proprie dimissioni dal Gruppo Vodafone.

Oggi è Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale nel governo Draghi.

Francesco Caio, di origine napoletana, ha iniziato la carriera in Olivetti e alla Sarin del Gruppo Stet, dove ha ricoperto rispettivamente i ruoli di product manager e di business manager. Negli anni a cavallo tra il 1991 e il 92, è tornato a Ivrea per condurre un processo di revisione aziendale che ha portato all’identificazione del ramo dei servizi di telecomunicazione quale area con le migliori prospettive di crescita: di qui è nata la fondazione di Omnitel, primo operatore privato di telefonia mobile in Italia. Dal maggio 2018 è presidente del Consiglio di amministrazione di Saipem S.p.A.

Tuttavia, nonostante questi nomi importanti, soltanto nel 1994 venne notificata ufficialmente a Omnitel l’aggiudicazione della gara per il secondo gestore di telefonia mobile (sul piano operativo l’azienda diventerà attiva soltanto dodici mesi dopo). È l’anno in cui Olivetti si trasforma in azienda di Information and Communication Technology. Omnitel cambia anche ragione sociale e diventa Omnitel-Pronto Italia.

Le telecomunicazioni assunsero un ruolo sempre più importante. Nacque altresì Infostrada che si occupò di telefonia fissa, quindi ci fu un accordo con i tedeschi di Mannesmann per la creazione di una holding telefonica che raggruppasse le varie aziende sorte nel tempo.

Infine De Benedetti se ne va dal Gruppo e quasi nello stesso periodo Cassoni mi manda a chiamare invitandomi a lasciare: la mia vita in azienda, cominciata nel 1954, si chiude.

Sono trascorsi più di quarant’anni e non posso certo dire di essermi annoiato; inoltre non è la fine lavorativa. Altri impegni mi attendono e ovunque mi butterò con entusiasmo per cercare di raggiungere il massimo dei risultati.

(Continua)

 

Inserito il:21/12/2021 11:59:42
Ultimo aggiornamento:30/12/2021 12:47:27
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