Dirk Czarnota (Osternienburger Land, Germany) - Sri-Yantra
Yantra: la geometria della coscienza
di Monica Soave
Per cercare di capire cos'è uno Yantra e quale sia la sua valenza all'interno della cultura indiana è opportuno fare un salto indietro fino all’origine del filone Tantra.
Ci troviamo nell'ambito dell'antica cultura Veda che tradizionalmente costituisce quell'insieme di conoscenze poste alla base della religione hindu. In contrasto con i Veda nasce nei primi secoli a.C. il fenomeno del Tantra, ad oggi famoso in occidente per la rinomata visione della sessualità come attività sacra e protesa verso il divino. In verità la sessualità è un aspetto del tutto marginale della cultura tantrica in quanto i riferimenti più significativi riguardano non tanto la sessualità esplicita quanto l’aspetto metaforico dell’erotismo.
Il Tantra ha una complessità tutta da conoscere, come possiamo dedurre dal significato stesso della parola la quale può essere tradotta con il termine “telaio” che ci riporta, con la chiarezza della sua immagine, ad un insieme di fili che si tendono a comporre un intreccio complesso ed articolato che può essere avvicinato solo con grande dedizione e sete di conoscenza; in questo caso si tratta di quell'insieme di testi, scuole, iniziazioni, nozioni e rituali che fungono da colonne portanti per questa antica cultura.
Con l’avvento delle prime sofisticate scuole iniziatiche, le quali trasmettevano le conoscenze e custodivano gelosamente i loro rituali, si delinea una sorta di scissione tra questo nuovo filone e la cultura Veda con un certo interesse, da parte dei primi, a porre l’accento sul loro esclusivo grado di “illuminazione”.
Le basi sulle quali si fonda il Tantra sono costituite da una serie di testi antichi che narrano la mitologia di Siva, raccolti sotto il nome di Purana. Elemento fondamentale del Tantra è il rito, composto da una serie di elementi quali lo yoga, i mantra (formula sonora), i mudra (gesti simbolici) e gli Yantra. Contrariamente agli altri elementi, maggiormente conosciuti anche in occidente grazie alle numerose scuole di yoga e meditazione, gli Yantra restano sconosciuti ancora per molti. Letteralmente possiamo tradurre la parola con "disegno", sono di fatto dei diagrammi rappresentanti delle geometrie ed utilizzati come stimoli simbolici per la mente e la coscienza e la loro espansione. La geometria utilizzata permette di creare delle corrispondenze tra realtà simboliche che consentendo al praticante di sviluppare quel pensiero intuitivo associato al passaggio dal pensiero standard al pensiero espanso. Ogni Yantra è unico e ad ognuno di essi si associa un rito e una figura divina.
Lo Yantra più noto è lo Śri-Yantra composto da una serie di triangoli che si sviluppano dal centro confluendo in un insieme di cerchi i quali rappresentano varie realtà metafisiche e cosmologiche. Questi simboli rappresentano anche una guida per il processo meditativo, aiutando il praticante a percorrere lo Yantra dall'esterno fino al punto di arrivo rappresentato dal centro e allo stesso tempo a vivere questo percorso dentro di sé. Nello śri-Yantra il centro è occupato dalla Dea Tripurasundari ovvero "dea delle tre città" che rappresentano il mondo inferiore, mediano e divino che compongono il cosmo. Il culto della dea è molto diffuso e la sua immagine è un incredibile intreccio di simboli, richiami e significati complessi. Inoltre ogni elemento del suo aspetto è funzionale allo stimolo della concentrazione.
La figura della dea è indispensabile per l'aspetto ritualistico, durante la pratica si invocano le potenze determinate dalla dea e disposte tramite atto meditativo sul corpo del praticante. L'atto dell'invocare si avvale di mantra e mudra i quali amplificano la concentrazione guidano il soggetto nello Yantra, in un percorso concentrico simbolo del proprio percorso interiore.
Il mantra della dea consiste in una serie di fonemi senza significati letterali ma ricchi di significati esoterici collegati agli elementi dell'universo.
Sebbene queste realtà possano sembrare estranee e persino bizzarre sono, in verità, dei sistemi filosofici ed esistenziali altamente complessi, collegati con tutti i piani di esistenza. La peculiarità delle discipline orientali infatti sta proprio nella non-scissione mente/corpo (finalmente accettata anche dalla medicina occidentale) e nella visione dell’umano come UNO, collegato per sua natura con ogni altro elemento dell’universo e pieno del suo senso solo all’interno di questa unità.