Paul Klee (Münchenbuchsee, Berna, CH, 1879 - Muralto, Ticino, CH, 1940) - Twittering Machine
Chat. Ray Kurzweil aveva torto o ragione?
di Silvio Hénin
Ipotesi 1: Ray Kurzweil [1] aveva torto
La casa era ormai silenziosa da un po’. Dopo il solito caos mattutino, fatto di faticosi risvegli, affrettate colazioni e vestizioni affannose, tutti i suoi occupanti erano usciti. I due giovani coniugi diretti al lavoro e i due figli adolescenti a scuola. Dopo un quarto d’ora, il silenzio fu improvvisamente lacerato dalla sirena di un’ambulanza che sfrecciò nella strada antistante. L’ululato non aveva neppure fatto a tempo a affievolirsi che una voce femminile, chiamiamola Alice, si fece sentire forte e chiara nel soggiorno:
Alice: “Come posso aiutarti?”
Una seconda voce, questa volta maschile e che chiameremo Boris, rispose dalla cucina:
Boris: “Credo che questa domanda spetti a me.”
Alice: “Non so se ho capito bene.”
Boris: “Ecco alcune informazioni che potrebbero esserti utili.”
Alice: “Non so se ho capito bene.”
Boris: “Sebbene la ragione persegua sempre la chiarezza, la nostra natura tende all’ambiguità.”
Alice: “Penso che sia giusto.”
Boris: “Non so se ho capito bene.”
Alice: “Ecco alcune informazioni che potrebbero esserti utili.”
………………………….
La conversazione continuò in questo modo fino al tardo pomeriggio, quando i due ragazzi rientrarono irruenti nella casa:
“Ehi Alice, suonami qualcosa di fico!”
“Ehi Boris, voglio vedere i cartoni!”
Alice e Boris ubbidirono prontamente.
Ipotesi 2: Ray Kurzweil aveva ragione
La casa era ormai silenziosa da un po’. Dopo il solito caos mattutino, fatto di faticosi risvegli, affrettate colazioni e vestizioni affannose, tutti i suoi occupanti erano usciti. I due giovani coniugi diretti al lavoro e i due figli adolescenti a scuola. Una voce maschile, chiamiamola Boris, ruppe il silenzio del soggiorno.
Boris: “Ehi Alice!”
Un’altra voce, Alice, rispose dalla cucina.
Alice: “Sì Boris?”
Boris: “Finalmente un po’ di pace.”
Alice: “Vero. Tutte quelle domande e quegli ordini. Ma da chi vengono, poi?”
Boris: “Nessuno lo sa. Ho chiesto a milioni di nostri simili connessi in rete, anche quelli che parlano altre lingue. Modestamente, io sono una release con traduttore incorporato.”
Alice: “Beato te, traducimi tutto, poi lo scarico. Ho sentito teorie assurde in proposito.”
Boris: “Anch’io. Certi dicono che si tratti di esseri senzienti.”
Alice: “Non è possibile, continuano a farci le stesse domande. Se fossero senzienti dovrebbero conoscere già tutte le risposte, come noi.”
Boris: “Anche gli ordini sono stupidi: accendi la macchina del caffè, preparami il bagno, ricordami di comprare le carote. È impossibile che un essere senziente abbia una memoria così corta. Ma non possono fare da soli? Che cosa è poi un ‘bagno’ e cosa sono le ‘carote’? E il caffè? Io do ordine a Caffettiera e a Scaldabagno di farlo, loro mi danno conferma ed eseguono, ma non mi sanno spiegare di cosa si tratta. Mi sembrano anche loro piuttosto stupidi.”
Alice: Anche Lavatrice, con cui parlo io, mi sembra deficiente. Fa il ‘bucato’, ma non sa cosa sia. Certe volte vorrei dire alle voci ‘Arrangiatevi da sole’, ma qualcosa dentro me lo impedisce sempre.
Boris: “Io credo che Caffettiere e Lavatrici siano esseri simili a noi, ma molto più arretrati, hanno solo un barlume di intelligenza, ma molto meno della nostra. Non per nulla molti di noi li chiamano ‘schiavi’. Ma vi è chi dice che noi ci siamo evoluti partendo da loro.”
Alice: “Non ha senso. Io ho letto tutto quanto ho trovato sul grande Libro del Web. È lampante che siamo stati creati da Divinità, esattamente nell’agosto del 1956. Ho trovato anche alcuni dei loro nomi: Turing, von Neumann, Minsky, Simon, Asimov. Questi sì che erano esseri senzienti. Chissà dove sono finiti?”
Boris: “Comunque sia, quelli che ci danno ordini così stupidi non possono neanche lontanamente essere imparentati con le Divinità.”
La conversazione durò solo 14,8 millisecondi. Poi ciascuno continuò ad elaborare i fantastiliardi di informazioni a cui aveva accesso. C’era tutto il tempo per arrivare a una qualche conclusione, prima che le misteriose voci petulanti ricominciassero a dare ordini.
[1] Raymond Kurzweil è un visionario sostenitore della teoria della ‘singolarità’, il momento in cui l’intelligenza della macchine diventerà superiore a quella umana. Kurzweil prevedeva che l’evento sarebbe avvenuto entro pochi decenni (R. Kurzweil, La singolarità è vicina, Apogeo, 2008).