Aggiornato al 21/11/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Rembrandt (Leida, NL, 1606 – Amsterdam, 1669) – Il festino di Baldassarre

 

Storia della Persia - 3

(seguito)

di Mauro Lanzi

 

Gli Achemenidi – Ciro il Grande

Bassorilievo dedicato alla dinastia Achemenide

Dopo aver esaminato l’aspetto religioso, comunque importante perché costituì per secoli l’elemento identitario del paese, vediamo ora come si sviluppò uno dei più grandi imperi di tutta la storia antica, l’impero persiano o impero Achemenide. Prima dell’anno mille le genti kurganiche, che vanno sotto il nome di indo-iraniche, si erano affacciate sugli altipiani iranici e se ne erano presto impadronite; un gruppo di tribù si era stabilita in una regione del sud ovest, detta “Parsa” (oggi provincia di Fars, intorno a provincia di Fars – LocalizzazioneShiraz): questa regione darà il nome a tutta la nazione la Persia. In questa area un intraprendente capo tribù di nome Hachamanish (in greco Achemenide) fondò nel 700 a.c. un regno, inizialmente vassallo della potenza dominante nella regione, i Medi. 

Più forti e più numerosi delle altre genti, i Medi erano penetrati con le loro truppe a cavallo nella regione trai due fiumi, il Tigri e l’Eufrate, scontrandosi con la fiorente civiltà assira; gli Assiri erano un popolo famoso per la sua ferocia in combattimento, ma gli agi di una vita sedentaria e di una cultura raffinata ne avevano ridotto le qualità guerriere; dopo una guerra condotta spietatamente, i Medi li avevano sconfitti espugnando la loro capitale, Ninive (612 a.c.).A destra i resti grandiosi ritrovati. Ninive era uno dei centri urbani più splendidi ed evoluti di quei tempi, alcuni archeologhi hanno ipotizzato che i giardini pensili fossero a Ninive anziché Babilonia. Dalla conquista di Ninive, i Medi trassero come prigionieri, funzionari, uomini di cultura, architetti che li aiutarono ad organizzare il loro stato e ad edificare la loro capitale, Ecbatana, sita nel nord del paese, nell’area dell’attuale Hamadan. Secondo il racconto di Erodoto, la città era circondata da sette cinte di mura, ricoperte di piastrelle lucenti, le più interne in oro ed in argento, una splendida capitale di un regno evoluto; anche i Medi si illusero, pensarono di essere al riparo da ogni pericolo, non si avvidero di un popolo ancora bellicoso, stanco di pagare un tributo ai signori del paese; i Persiani aspettavano solo un capo capace di condurli e lo trovarono in un discendente di Achemenide, Kurush, in greco Ciro II.

    1. Ciro il Grande (559-530 a.c.)

La storia dei Persiani è stata scritta, per buona parte, dai loro più acerrimi nemici, i greci; non è un caso, sono stati greci ad inventare, con Erodoto, la storiografia, che poi è rimasta patrimonio dell’Europa (e solo dell’Europa). Anche la personalità di questo grande condottiero, Ciro II, ci è nota soprattutto attraverso l’entusiastica descrizione che ne fa un greco, Senofonte, nella sua “Kyropaideia”. Questo l’incipit:

«Ho pensato talvolta quanti regimi democratici sono stati abbattuti da chi preferiva qualunque altro regime piuttosto che la democrazia; e ancora quante monarchie e oligarchie sono state distrutte dalle fazioni popolari[…] Considerando tutto questo mi ero convinto che un dato uomo su qualunque animale può governare fuorché su altri uomini. Ma quando ho riflettuto che c'era stato Ciro […] fui costretto a ravvedermi.»

Qualità eccezionali non dovevano far difetto a Ciro, se riuscì, in pochi decenni a gettare le basi di un impero destinato a durare per secoli; la sua adolescenza non fu facile, se è vero, come si racconta, che il nonno tentò anche di farlo uccidere, perché un oracolo aveva predetto che lo avrebbe detronizzato; Ciro sopravvisse allontanandosi dalla corte, ma ciò non impedì la sua ascesa al potere; nel 559 a.c. divenne “Gran Re” di una regione che aveva conservato i suoi lineamenti bellicosi, che i Medi andavano perdendo pur mantenendo la Persia sotto il loro  vassallaggio. I Medi avevano da tempo inaugurato una politica di equilibrio tra le potenze regionali, Babilonia, Egitto, Lidia, concordando con ciascuna zone di influenza, onde evitare che si ricreasse una potenza egemone: Ciro ha l’abilità di rompere questo equilibrio e, appoggiandosi, di volta in volta, ad una od all’altra potenza regionale, riesce alla fine a sottometterle tutte. La sua prima mossa fu contro i Medi, dopo aver ottenuto l’appoggio di Nabonedo re di Babilonia; i due alleati attaccano contemporaneamente, il re dei Medi Astiage che impegna il grosso del suo esercito contro i babilonesi, sottovalutando colpevolmente i persiani; Ciro quindi non ha grosse difficoltà a travolgere le difese dei Medi ed a occupare Ecbatana. Ottenuto il successo che sperava, Ciro si comporta con grande moderazione, mantiene ai loro posti i funzionari Medi, se ne serve per riorganizzare il suo regno, assorbe la loro cultura, come i Medi avevano fatto con gli Assiri; si proclama imperatore dei regni riuniti dei medi e dei persiani.

Fonda una nuova capitale, non lontana da Ecbatana, Pasargadae, il “Campo dei Persiani”. Volge quindi il suo sguardo a nord al regno di Lidia, governato da un re che è divenuto sinonimo di enormi ricchezze, Creso. La Lidia allora era in effetti un regno assai prospero, controllava anche le città greche della costa e traeva sostanziali vantaggi dai loro traffici; Ciro aveva, ancora una volta, preparato sul piano diplomatico la sua campagna, assicurandosi la neutralità di Egitto e Babilonia con concessioni territoriali: copertosi così le spalle, nel 547 a.c, Ciro attacca i Lidii sul fiume Hyalis, confine tra i due regni; la battaglia ha esito incerto, ma Creso decide di rinchiudersi nella sua capitale, Sardi. Ciro non gli dà tregua, assedia Sardi e la espugna dopo 16 giorni di assedio; Creso, fatto prigioniero, doveva ardere su di una pira, ma un improvviso temporale spegne il fuoco; Ciro interpreta l’evento come un segno divino, concede salva la vita a Creso e ne fa uno dei suoi più stretti consiglieri; la Frigia, la Cappadocia ed il resto dell’Anatolia cadono nelle sue mani l’anno successivo. Sullo slancio del successo ottenuto, Ciro prosegue le sue campagne verso nord, conquista buona parte dell’attuale Afghanistan, si spinge ancora più a nord, occupa Samarcanda, Bukhara , Battria, giunge fino all’Amu Darya; a questo punto Ciro ha riunito sotto il suo scettro tutte le genti iraniche, può puntare al boccone più ghiotto, Babilonia.

Babilonia non era più la grande nazione creata da Nabucodonosor, che era morto da pochi decenni; il suo regno dopo la morte del grande re, aveva sofferto della corruzione e della cattiva amministrazione dei funzionari, ma aveva sofferto anche delle conquiste persiane che l’avevano isolato dalle rotte dei ricchi traffici verso oriente e ne era rimasto indebolito. Ciro l’attacca nel 540, quando parte dell’esercito babilonese è impegnato in Yemen, altro punto di passaggio di importanti traffici; ai persiani non è difficile aver ragione, anche col tradimento, della resistenza delle fortezze babilonesi e già l’anno successivo l’esercito di Ciro punta su Babilonia.

Narra la Bibbia che una sera, quando già i persiani erano alle porte, l’ignaro re di Babilonia, Baldassarre, dà un grande festino nel suo palazzo; al colmo dell’orgia, appare una mano che scrive tre parole su di una parete:

Mene, Tekel , Fares.

 Terrorizzato Baldassare manda a chiamare l’ebreo Daniele, che, pur prigioniero, era tenuto in grande considerazione a corte per la sua capacità di interpretare i sogni e gli promette ogni ricchezza se avesse interpretato lo scritto. Così risponde Daniele

«Tieni pure i tuoi doni per te e da' ad altri i tuoi regali: tuttavia io leggerò la scrittura al re e gliene darò la spiegazione

Tu, Baldassàr figlio di Nabucodonosor, non hai umiliato il tuo cuore, sebbene tu fossi a conoscenza dei suoi errori. Anzi tu hai insolentito contro il Signore del cielo e sono stati portati davanti a te i vasi del suo tempio e in essi avete bevuto tu, i tuoi dignitari, le tue mogli, le tue concubine: tu hai reso lode agli dèi d'oro, d'argento, di bronzo, di ferro, di legno, di pietra, i quali non vedono, non odono e non comprendono e non hai glorificato Dio, nelle cui mani è la tua vita e a cui appartengono tutte le tue vie. Da Lui fu allora mandata quella mano che ha tracciato quello scritto, di cui questa è la lettura:

Mene: Dio ha computato il tuo regno e gli ha posto fine.

Tekel: tu sei stato pesato sulle bilance e sei stato trovato mancante.

Fares: il tuo regno sarà diviso e dato ai Medi e ai Persiani».

La notte tra il tra il 5 e 6 ottobre del 539 a.c. l’esercito di Ciro prese d’assalto le mura di Babilonia che fu conquistata nei giorni seguenti senza grandi difficoltà: ancora una volta Ciro mostrò tutta la sua moderazione e la sua intelligenza politica salvando dalla distruzione la città più splendida, ricca e acculturata di tutto l’oriente e mettendo al proprio servizio funzionari, astronomi, matematici e dotti di Babilonia, “Bab-el”, la porta di Dio. Un’idea della magnificenza di quella città ce la può dare la porta di Ishtar, conservata al Pergamon Museum di Berlino.

Con la conquista di Babilonia un ricchissimo patrimonio di conoscenze e di pensiero derivanti dalle civiltà dei sumeri, degli accadi, degli assiri, dei babilonesi confluisce nel neonato impero persiano, diverrà un crogiuolo di cultura per l’impero achemenide e per tutti quelli che lo seguiranno. Con questo successo la parabola del regno di Ciro giunge al culmine; anche la Fenicia era stata incorporata nel suo impero (a sinistra), assicurando ai Persiani quella presenza sui mari di cui fino allora non disponevano i mezzi. Due sole regioni mancano a completare il suo dominio su tutto il mondo conosciuto, l’Egitto e la Grecia; mentre il Gran Re preparava queste imprese, un’improvvisa invasione di tribù nomadi nelle satrapie del nord lo distoglie dai suoi progetti e lo porta a contrastare le nuove minacce: nel 530 a.c. Ciro muore combattendo contro gli sciiti (sopra la sua tomba a Pasargadae).

La conquista dell’Egitto verrà portata a termine dal figlio Cambise: la Grecia non sarà mai conquistata.

(Continua)

Inserito il:17/03/2022 18:26:12
Ultimo aggiornamento:08/04/2022 17:32:28
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