Tom Adams (1926 - ) - Portrait of Agatha Christie
Gialli d’autore: Agatha Christie, un’amica per sempre
di Marialuisa Bordoli Tittarelli
Definita la Regina del giallo, questa signora dall’aspetto vittoriano, il sorriso gentilmente ironico, la penna infaticabile, capitò nella mia vita di letture come un coup de foudre.
Ne ignoravo totalmente l’esistenza, nonostante fosse già famosissima, quando mi imbattei in una sua raccolta di avventure intitolata “Indagare è il mio peccato”, un’ edizione Mondadori degli anni ‘70.
Era il libro che aspettavo.
La protagonista dei vari racconti è una mite vecchietta, tipica gentildonna di campagna, dotata di una vista acuta, una curiosità molto accesa, un grande buonsenso e la perspicace conoscenza dell’animo umano.
Con lei ci si trasferisce in campagna, in villaggi suggestivi, in ville antiche, tra le chiacchiere di paese, molte tazze di tè fra gonne di tweed, lavori a maglia, giardini curatissimi…. è il mondo di Miss Marple, educata, e anziana signora che vive con molto giudizio nella sua villetta, frequentando la parrocchia, andando ai saldi di Londra, curando il suo giardino e ragionando tra sé e sé su tutto ciò che accade intorno a lei.
Un’investigatrice della domenica, apparentemente; in realtà una preziosa alleata di Scotland Yard.
La grande polizia ufficiale dapprima la guarda con condiscendenza e irritazione, poi, rendendosi conto delle sue eccezionali osservazioni, la cerca con ammirazione comprendendo che dietro l’aria affabile e modesta si nasconde un cervello di prim’ordine.
In questi pittoreschi villaggi, apparentemente molto tranquilli, accadono straordinari delitti spesso mascherati da incidenti, a volte così complicati che solo la paziente ricostruzione di Miss Marple riesce a districare.
E’ tra le righe di questi racconti che ho capito perché mi entusiasmasse tanto il genere poliziesco: c’è un ordine preciso, i conti tornano sempre, i cattivi vengono puniti, la morte è in primo piano, ma non fa paura, diventa un fatto, un argomento neutro di cui parlare senza angoscia, quasi scientificamente, azzerando l’ansia che in fondo sempre ci prende quando affrontiamo questo argomento.
Parlare della morte diventa un esercizio d’intelligenza, un quiz divertente che ci permette di testare la nostra perspicacia.
Intorno al fatto tragico scorre la solita vita, una tranquilla routine di paese, con tanti fiori, incontri, simpatie, pettegolezzi e tutto il resto.
Agatha Christie è magistrale nell’intrattenerci.
Pur parlando di semplici cose, semplici gesti, non ci annoia, anzi ci fa sentire a casa, confortati da oggetti cari, pasti gradevoli, divertenti battute.
L’atmosfera è il contrario del dramma oscuro.
E’ ricca di pathos, ma del quotidiano, con sentimenti che sono più di antipatia che di odio.
Il famoso humour inglese condisce ogni pagina impedendoci eccessiva tensione, senza però farci perdere interesse.
Molto diverso, ma altrettanto caratterizzato è l’altro grande investigatore creato da Agatha Cristie: Hercule Poirot.
Il celebre profugo belga, azzimato, suscettibile, geniale e ben consapevole di esserlo, d’una precisione maniacale, dalla testa a uovo, i baffi esasperatamente curati, il continuo riferimento alle sue speciali celluline grigie, riflette, osserva, cataloga, puntualizza, seguito e assistito dal suo caro amico colonnello Hastings, una sorta di Watson più atletico, ma altrettanto mite e sottomesso.
Poirot vive a Londra in un appartamento/studio sobrio e elegante, curato alla perfezione dalla segretaria Miss Lemon.
L’ambientazione è diversa, ma la lettura è sempre piacevole e avvincente.
Durante un’intervista l’autrice inglese dichiarò che i suoi scritti preferiti erano due in cui non vi è alcun investigatore presente.
Sono anche per me i due romanzi migliori. Si tratta di “Le due verità” e di “E’ un problema”.
Nel primo la descrizione psicologica di stati d’animo e di personaggi è davvero notevole.
La trama è molto originale e scoprire l’autore dei delitti è davvero impegnativo e coinvolgente.
Nel secondo la ricchezza dell’intreccio e la complessità dei personaggi, nonché il susseguirsi di colpi di scena, ci tiene inchiodati alle pagine con vivo piacere e interesse.
Tuttavia, grazie anche alla realizzazione perfetta di un film su di esso, credo che il romanzo più famoso sia “Assassinio sull’Orient Express”, così famoso che credo proprio lo conoscano tutti.
Io ho amato moltissimo anche una sua pièce teatrale “Trappola per topi” che ebbe un tale successo da rappresentare un caso particolare: è l’unico esempio di teatro giallo, rappresentato ininterrottamente ogni sera dalla sua prima (1952).
Il successo internazionale di quest’autrice è davvero impressionante.
Letta e conosciuta in tutto il mondo è la scrittrice inglese più tradotta, seconda solo a Shakespeare e alla Bibbia.
Ha pubblicato anche romanzi non polizieschi con lo pseudonimo Mary Westmacott riscuotendo un discreto successo.
Nonostante la sua fama e il suo talento Agatha era una persona timida e schiva, dotata sì di sense of humour, ma assolutamente riservata e discreta.
Nel 1926 la sua vita attraversò un periodo cruciale. Morì sua madre e il suo primo marito Archibald chiese il divorzio. La tradiva con la segretaria.
Agatha scomparve per dieci misteriosi giorni e a tutt’oggi non è stato svelato il mistero del suo comportamento.
Fu ritrovata in un albergo di Harrogate, una località termale inglese, dove si nascondeva con il cognome dell’amante del marito.
Nel 1930 si sposerà per la seconda volta e sarà più fortunata. Il nuovo marito, l’archeologo Max Mallowan, molto più giovane di lei, la rese felice e lei lo seguì con entusiasmo in tutti i suoi viaggi appassionandosi alle sue ricerche e agli scavi e ambientando spesso i suoi romanzi in quegli stessi luoghi.
A tutt’oggi questa grande scrittrice viene letta con passione ed entusiasmo e per me rimarrà sempre un’amica, formidabile per la sua positività ed arguzia.