Kasia Rubin (Nanterre, Francia) - Hearthbreaking Sympathy for Ucrainians
I terribili giorni dell’invasione dell’Ucraina a confronto con quelli degli anni ’90 in Russia
Il progetto TACIS Russian Officer Re-Training dell’Unione Europea a guida Elea/Olivetti
di Giuseppe Silmo
Quando la mattina di giovedì 24 febbraio, mi sono svegliato e ho appreso dell’invasione in Ucraina, ho capito che gli anni dal 1994 al 1997, in cui si era sviluppato il progetto europeo Russian Officer Re-Training, approntato dall’Unione Europea su richiesta russa e condotto da un Consorzio europeo con a capo la Elea Olivetti, di grande e aperta collaborazione con i Russi, erano stati brutalmente cancellati. (Per chi fosse interessato al progetto, da me vissuto in prima persona, veda l’articolo pubblicato su Nel Futuro: https://www.nelfuturo.com/Olivetti-L-ultima-sfida-l-Armata-Rossa).
All’inizio degli anni ’90, la Federazione Russa (che da ora in poi chiamerò semplicemente Russia, nata nel 1991 dalle ceneri dell’Unione Sovietica, URSS, smembratasi in 15 stati indipendenti) chiede all’Unione Europea di varare un progetto per cercare di ricollocare nella vita civile l’enorme numero di ufficiali risultanti in esubero con la fine della Guerra Fredda.
La cosa ha dell’incredibile: la Russia apre le porte all’Unione Europea in un settore ritenuto finora inaccessibile, quello delle Forze Armate. Questo è possibile perché in Russia è iniziata un’epoca nuova, dove si sta cercando di introdurre la democrazia e il libero mercato. La strada l’ha aperta Gorbaciov dal 1985 al 1990, con la perestrojka, un complesso di riforme finalizzate alla riorganizzazione dell'economia e della struttura politica e sociale del Paese, e con la glasnost, cioè la trasparenza nel dibattito politico e nella società civile e la progressiva liberalizzazione della stampa; cambiamenti poi proseguiti con Eltsin. Nel dicembre 1993, infine, è varata una nuova Costituzione simile a quelle occidentali, che garantisce i diritti civili del cittadino e la libertà di pensiero e parola, sancendo così la fine del vecchio regime.
Il progetto Russian Officer Re-Training nasce in questo contesto, ma non è il solo, molti altri vengono avviati nell’ambito del programma TACIS (Technical Assistance Community of Independent States), che l’Unione Europea vara per i paesi della ex Urss che si sono uniti nella Comunità degli Stati indipendenti.
Il Programma TACIS viene definito così:
“The Tacis Programme is a European Union Initiative for the New Independent States and Mongolia which fosters the development of harmonious and prosperous economic and political links between the European Union and these partner countries. Its aim is to support the partner countries’ initiatives to develop societies based on political freedoms and economic prosperity.” (What is Tacis? Report on the regional analysis. In preparation of the Officers’Retrainig Programme – European Commission. Directorate General for External Economic Relations – August 1994). Proprio le ultime parole, libertà politiche e prosperità economica, sono la visione del futuro in cui ci siamo trovati a lavorare con i nostri colleghi Russi.
Dall’inizio degli anni ’90, come viene certificato nel rapporto sulla Regional analysis, propedeutico allo svolgimento del progetto, la Russia è segnata da una crisi economica devastante. Per la prima volta, un’analisi economica a livello regionale viene fatta da un team di consulenti stranieri, ovviamente in stretto collegamento con le autorità locali, con lo scopo di evidenziare la reale situazione economica delle diverse Regioni (Oblast).
La situazione rilevata è al punto più basso dal 1990. Il rapporto mette in evidenza come il PIL sia diminuito del 42% tra il ‘90 e il ‘93 e la produzione industriale si sia ridotta del 45% nello stesso periodo. Nel primo trimestre del ’94, la produzione industriale ha un ulteriore crollo del 24% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, ma in alcuni settori produttivi il crollo è particolarmente serio, uno per tutti quello delle macchine utensili, con una riduzione del 48%.
Da questa situazione, evidenziata nel rapporto della Regional Analysis, vi è stato un lento ma progressivo miglioramento. Si lavora tutti insieme, Russi ed Europei, pensando a un futuro migliore per la Russia e i dati dei due anni successivi ce lo confermano: nel 1995, il deficit del bilancio statale è il più basso dal 1992 (anno iniziale del processo di trasformazione), il tasso di cambio è sufficientemente stabile, le riserve in valuta pregiata sono accresciute di oltre il 200%.
Questa tendenza positiva continua nel 1996, quando si assiste, in particolare, a una notevole riduzione dell’inflazione (32% contro il 200% del ‘94), indubbiamente favorita dalla stabilità del rublo dopo l'adozione del "Corridoio di oscillazione” nel giugno ’95, situazione che si rafforza ulteriormente nel ‘97, con l'inflazione al 18%. Il tasso di cambio rublo-dollaro, che era intorno ai 1500 rubli per 1 $ all'inizio ‘94 e a fine ‘94 intorno ai 4000, a maggio ‘95 è a 5100. Dal giugno ‘95 al ’97, in quasi due anni, il deprezzamento è contenuto e regolare e non subisce oscillazioni sensibili. Nel ’97, il PIL e la produzione industriale aumentano rispettivamente dello 0,3% e dello 0,7% (ancora nel ‘96 erano al -6% e al -5% rispetto all’anno precedente). Nel ’97, tuttavia, il problema più grave è la crisi finanziaria del bilancio, infatti il gettito fiscale è soltanto del 39% rispetto al previsto. Il deficit di bilancio è praticamente al livello del ’95, di qui la necessità di ricorrere massicciamente al credito estero. Nell’aprile ’97, la Banca Mondiale concede un credito per 6 miliardi di dollari, da utilizzare in gran parte per pagare le pensioni e gli stipendi arretrati.
Nel corso dell’anno, dopo mesi di immobilismo politico ed economico, sempre sotto la presidenza di Boris Eltsin, la Russia riparte nelle mani di un nuovo governo: l’età dei ministri si è drasticamente abbassata e mai prima si è vista una compagine così impegnata sul fronte delle riforme. Probabilmente, per le riforme, un momento altrettanto favorevole non c’è mai stato prima e questo rende ancora più cruciale il compito della nuova squadra del presidente, cui si richiedono risultati concreti in poco tempo. Occorre che in tempi relativamente brevi si concretizzi un aumento del benessere di cui possano beneficiare ampi strati di popolazione e non solo una piccolissima minoranza (infatti, secondo gli ultimi sondaggi d'opinione del ‘97, nei cinque anni passati dalla riforma economica, soltanto il 6% della popolazione ha aumentato il proprio benessere).
Quando finisce il progetto, la Russia vive un momento di speranza in un futuro più integrato e collaborativo con il resto del mondo, con la prospettiva di una crescita economica, che sollevi anche la parte di popolazione meno abbiente, e con uno sviluppo democratico che tocchi anche gli strati sociali più legati al passato. Quadro di speranze che, con il crescere del potere di Putin diventato Primo Ministro nel 1999 e successivamente Presidente, si affievolisce sempre più, nonostante la crescita di alcuni dati macroeconomici e la conseguente rivalutazione del rublo (16 febbraio 2022: 75.07 rubli per un dollaro).
Fino ad arrivare alla mattina del 24 febbraio, quando tutto il mondo ha iniziato a scivolare indietro nella storia verso un passato che credeva dimenticato.