Kelly Singleton (Contemporanea – Maryland, USA) - Black Wolf
Ex Libris - Il lupo della steppa
di Andrea Tittarelli
Ormai quel poco di reputazione che mi era rimasta me la sono giocata. Perciò, non avendo più nulla da perdere, posso permettermi di continuare a rendermi ridicolo proponendo un’altra poesia che – per quello che valgono le etichette – potrebbe essere classificata come poesia d’amore.
Ma per rimanere fedele al titolo che ho dato a questa sorta di rubrica, anche in questo caso l’impulso alla scrittura nasce dalla lettura di un romanzo. E forse stavolta si tratta di un ritorno ad un classico. Almeno, l’autore è sicuramente noto, essendo uno di quelli insigniti del premio Nobel, nel 1946. Certo, sulle assegnazioni del Nobel per la letteratura si potrebbe discutere a lungo. Non necessariamente il fatto di vincerlo è garanzia di qualità, così come ci sono fior di scrittori che non l’hanno ricevuto, vuoi perché morti troppo presto, vuoi perché nati in un paese o in un momento “sbagliati”. Ma qui si entra nel campo delle opinioni e dei gusti personali.
Torniamo allora al nostro scrittore, ovvero il tedesco Hermann Hesse. Segnalo subito che non rientra nel novero dei miei preferiti, tanto per confermare che la poesia soffia sempre dove e quando vuole. E il romanzo a cui mi riferisco non è forse tra i più famosi, almeno non quanto Siddharta o Narciso e Boccadoro. Il lupo della steppa è poi un romanzo atipico, del quale è difficile sintetizzare la trama, anzi forse è ostico già riuscire a ricordarla. Ciò che rimane impressa è più che altro l’atmosfera, come quella di un sogno claustrofobico e angosciante, ma non privo tuttavia di un certo fascino perverso, dal quale ci distacchiamo malvolentieri. E il lupo della steppa rappresenta allora quella parte inconscia, irrazionale, impulsiva e quasi autolesionista che ciascuno, non potendola controllare, cerca di tenere nascosta dentro di sé, ma che a volte riesce, per qualche istante, a diventare padrona delle nostre parole e dei nostri gesti, e che tenta di distruggere ciò che è stato faticosamente costruito nel tempo in termini di relazione, sia essa amorosa o d’amicizia o di altro tipo. Questo non per scaricare altrove la responsabilità di ciò che diciamo o compiamo. Anzi, la responsabilità entra in gioco nel momento in cui il lupo smette di ululare, se siamo poi capaci di pronunciare una delle frasi più difficili e più belle che esistano: ho sbagliato, ti chiedo scusa.
DER STEPPENWOLF
Eccolo qui
il lupo della steppa
che mi tossisce nelle vene
sussurra mentre cammino
ringhia con la mia voce
Ma le rose che porto
trafiggono le dita
sono fiamma che arde la fronte
e mi fanno riconoscere
i tuoi occhi