Kay Fuller ( from Annapolis, Maryland, United States) - Facing Uncertainty
Incertezza, presente e futuro. Una lezione di vita
di Vincenzo Rampolla
Se chiediamo allo scienziato di fare previsioni su diversi campi, ad esempio, sugli eventi di un Paese, in caso di terremoti o inondazioni, di fenomeni pandemici o di cambiamenti climatici, come risponde? Con ipotesi e aspettative. Fa due conti e comunica delle probabilità. Non sempre è compreso e soddisfa, alla fine si resta nell’incertezza, talvolta nel vago, eppure lui non può o non sa dire altro. Non convince, e la gente si abitua e ci crede: vive di prospettive. Di probabilità.
Le persone in genere sono impreparate a convivere con l’incertezza, abituate a credere che qualsiasi rischio possa essere superato ricorrendo ai sistemi di prevenzione o di sicurezza. Se l’istinto porta a dare un peso negativo all’incertezza, la logica dovrebbe portare in direzione opposta. Lo sostiene Hykel Hosni, brillante accademico di 44 anni, Filosofo a Pisa, PhD alla School of Matematics di Manchester; professore associato di Logica all’Università degli Studi di Milano e docente di Logica alla Bocconi, con un’interminabile serie di pubblicazioni, riconoscimenti e conferenze. Nel suo ultimo libro invoglia il lettore a guardare da vicino alcuni aspetti centrali del ragionamento basato sulle probabilità. È evidente infatti che se gli scienziati condividessero con la gente, almeno in parte, la cultura dell’incertezza, il muro di incomprensione che divide i ragionamenti dei primi dalle preoccupazioni dei secondi verrebbe a cadere. Bisognerebbe aiutare tutti a tener separata l’incertezza dalla paura che spesso l’accompagna. Ma non basta.
Abituare la gente a vivere di probabilità non è operazione banale. Non è immediato per chiunque impossessarsi dell’idea che una risposta sia espressa sotto forma di una media di situazioni o valori o che contenga, con una certa probabilità, il valore vero di quello si aspetta. L’insegnamento della teoria della probabilità, aggiunge Hosni, non può che rafforzare il carattere dei giovani perché li aiuta a capire che certi fallimenti sono dovuti al caso. Per questo una battuta d’arresto non basta per rinunciare. Hosni vuole non solo portare ad accettarla ma addirittura a farla propria: Che ne sarebbe dei nostri giorni, se conoscessimo il giorno e l’ora della nostra fine?
Accettare l’incertezza nella vita è una scelta saggia che solleva da molte preoccupazioni e libera dalle paure ingiustificate. Ragionare in termini di probabilità fa parte di quel buonsenso che dovrebbe guidare le decisioni di ognuno, anche quelle collettive. Il matematico e astronomo Laplace, non aveva detto che la probabilità, alla fin fine, non è altro che buon senso mascherato da numeri? L’umanità è esposta ad un elevato grado d’incertezza, ma questa situazione può essere ridotta coltivando lo sviluppo della conoscenza scientifica. Insistere, crescere, perfezionare non può che migliorare il destino dell’umanità, anche se non ne garantisce il benessere eterno o la felicità.
E interviene Nietzsche, perché tutto ciò che ha un inizio, non può essere conosciuto se non in seno all’incertezza. E la scienza, la grandezza della scienza non è di avere complicato il mondo e noi stessi? Dov’è la chiave? Scavare dentro se stessi, alla ricerca della sicurezza interiore. Osare partire alla ricerca del mondo e accettare che sorga l’imprevisto: una lezione di vita. L’idea non è di azzerare l’inatteso, ma iniziare a coltivarlo, accarezzarlo fino ad amarlo. Sì, accoglierlo e imparare a conviverci. Di questo parla anche Sartre, quando evoca la fiducia nella propria libertà e su questo Nietzsche ritorna alla carica, quando proclama la fiducia nella propria individualità. E ancora insiste Bauman, quando dice che stiamo perdendo la fiducia nel futuro. Anche il passato è immaginario: potete solo leggere libri sull’argomento, che difficilmente possono però resituire la sensazione di una vita non vissuta realmente, perché esperienza di altri.
E capita a proposito una mostra sull’Incertezza. Ci voleva. Pensata e voluta con l’occhio dello scienziato e diretta al grande pubblico. E con largo successo che da ottobre 2021 a fine febbraio 2022 continua al Palazzo delle Esposizioni di Roma il progetto Incertezza. Interpretare il presente, prevedere il futuro, curato dall'Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) nell'ambito di Tre stazioni per Arte-Scienza, nato dal desiderio di prendere parte al dibattito contemporaneo sul rapporto tra scienza e società che cambiamenti climatici e pandemia hanno reso di primaria importanza. La mostra dell'Infn vuole avvicinare l’uomo all'idea di incertezza e a come la scienza la gestisca in differenti contesti: dagli aspetti di fisica fondamentale alla descrizione delle epidemie, dalle previsioni climatiche ai big data e ai sistemi complessi, temi cari in particolare al Nobel Parisi.
A coinvolgere e interessare i curiosi è una narrazione di diverse storie, attraverso opere, strumenti e installazioni multimediali, che mettono in luce la crisi che scaturisce dall’incertezza, ma anche la capacità della scienza di confrontarsi con essa e sviluppare strumenti per comprendere e fare previsioni sulla realtà.
Grazie allo sviluppo di metodi matematici e statistici che assimilano l'incertezza dei singoli elementi di un insieme e la superano nell’analisi collettiva, la scienza ha acquisito la capacità di descrivere e prevedere il comportamento quantitativo di sistemi naturali e umani sempre più complessi. La rivoluzione quantistica ha poi mostrato come il caso si celi anche tra i costituenti fondamentali del mondo fisico. soprattutto l'incertezza, non va solo vista come un concetto della scienza, è anche un aspetto dominante del quotidiano. I rapidi cambiamenti in atto e, in modo ancor più dirompente, gli effetti da parte dell’attuale pandemia sulla vita dell’individuo, hanno diffuso il tema, l’hanno reso durevole, infiltrandolo al centro degli sforzi di interpretazione dell’essere contemporaneo. La categoria dell’incertezza permea la visione scientifica moderna, e in particolare le scienze abitualmente considerate esatte. Le informazioni sul mondo, infatti, sono frutto di osservazioni e misure che sempre contengono un margine di incertezza. Questo può essere valutato e ridotto, ma mai eliminato del tutto, perché trae origine da fluttuazioni casuali che accompagnano i fenomeni naturali e le stesse procedure di misura e di osservazione. A partire dal ‘700, lo scienziato ha scoperto come imbrigliare il caso attraverso la logica e la probabilità.
La mostra illustra alcune delle molteplici e inevitabili sfaccettature dell’idea di incertezza e i modi in cui la scienza fa i conti con essa e dalla consapevolezza della sua ineluttabilità emerge la necessità di ripensare e valorizzare idee e strumenti che ci permettono di comprenderla, di governarla e di fare previsioni sui fenomeni naturali e sociali interpellandola a ogni livello e associandola all’arte e alla cultura. Coinvolgendo l’uomo.
La mostra si articola in sette sezioni tematiche, un cammino che porta a scoprire come la categoria dell’incertezza si intrecci con i metodi e i modelli della scienza.
Misurare l’incertezza. Quando, tra ‘800 e ‘900, è sorta la necessità di misurare il mondo in maniera sempre più accurata, l’incertezza ha fatto irruzione nelle matematiche, in fisica, chimica e in astronomia: è sorto il problema di valutarla e quantificarla. La ricerca della precisione è così diventata anche una conquista dell’errore. Il percorso si snoda tra oggetti iconici, ad esempio la sfera di silicio usata per definire le unità di misura campione e i più sofisticati apparati sperimentali della fisica contemporanea, come uno degli specchi di Virgo, il grande interferometro lungo 3km e costruito a Cascina (Pisa) con una collaborazione internazionale, primissimo a rilevare le onde gravitazionali provenienti dall' Universo, effetto predetto dalla relatività generale di Einstein.
La logica del caso. Qui si scopre come la prima fonte di incertezza nella conoscenza quantitativa del mondo sia rappresentata dalle fluttuazioni casuali che accompagnano inevitabilmente i fenomeni naturali. Nel corso dei secoli, si è capito, grazie alla teoria della probabilità, che sono descrivibili con leggi matematiche e che il caso può essere controllato e ordinato. Sono esposti gli scritti di Galileo sul gioco dei dadi, gli appunti del matematico e statistico Bruno De Finetti sulla probabilità nei pronostici calcistici e un strumento artigianale per visualizzare le incertezze statistiche, la macchina inventata da Sir Francis Galton per fornire una dimostrazione sperimentale dei teoremi del “limite centrale” e della “distribuzione normale” degli eventi.
Le incertezze fondamentali. Dalla fisica del ‘900 si è appreso che esistono, nelle profondità del reale, delle incertezze fondamentali. Con la rivoluzione quantistica la descrizione probabilistica è arrivata a descrivere il livello dei costituenti elementari dell’Universo, mostrando come vi siano in Natura margini insopprimibili di indeterminazione. Una grande installazione interattiva, trascina nel mondo delle particelle elementari, attraverso una rappresentazione del collasso della funzione d’onda, uno dei concetti base della meccanica quantistica.
Il caos. L’incertezza riguarda soprattutto il futuro, nel caso di sistemi soggetti al caos, nella sua accezione scientifica, e di cui si vuole conoscere l’evoluzione nel tempo. Nella sezione si può toccare con mano come impercettibili incertezze iniziali possano condurre a casi profondamente diversi, limitando la portata temporale delle previsioni. Un’esperienza di visualizzazione dei moti caotici affianca l’illustrazione delle tecniche usate in meteorologia, ambito della scienza e della vita quotidiana dominato dall’imprevisto e dal caos.
Simulare e prevedere. L’attualità espone continuamente l’uomo a situazioni e processi di elevata complessità e la scienza si è attrezzata con modelli sempre più raffinati, con la necessaria potenza di calcolo per analizzarli. Nella sezione, grazie a installazioni interattive, si scopre come si simuli un terremoto, come si modellizzi la diffusione di un’epidemia e come si studino i cambiamenti climatici su scala planetaria.
Persone e dati. La rivoluzione dei dati ha reso disponibile un’immensa quantità di informazioni su quasi tutti gli aspetti della vita sociale e individuale. In modo più o meno consapevole, gli individui sono soggetti ad algoritmi, basati su potenti strumenti statistici e informatici, che cercano di descrivere quantitativamente e prevedere i loro comportamenti, con vari gradi di incertezza. Anche qui si fa esperienza in modo interattivo del funzionamento di alcuni di questi algoritmi che si cimentano a costruire profili, con lo scopo di prevedere e indirizzare le scelte personali.
I futuri cosmici. Nulla sfugge all’incertezza, neanche l’Universo, inteso come Un Tutto. Grazie alle più recenti evidenze sperimentali nel campo della cosmologia, la domanda su quale sia il destino del nostro Universo, pur restando inevasa, si è dotata di più solidi componenti scientifici. Una proiezione video espone i possibili scenari futuri dell’Universo e accompagna l’uomo alla conclusione del viaggio.
In questo senso, per una Mostra, contribuire a contrastare la povertà educativa e impegnarsi a sviluppare opportunità di crescita, è una assoluta priorità; in senso lato, lo diviene a maggior ragione per un Museo: la creazione di eventi di qualità per le nuove generazioni è il miglior investimento per il futuro, soprattutto quando crisi umanitarie, sociali, economiche o energetiche acuiscono le disuguaglianze e maturano con prepotenza nuovi bisogni sociali.
(consultazione: ansa, infn – istituto nazionale di fisica nucleare; hykel hosni – probabilità, come smettere di preoccuparsi ed iniziare ad amare l’incertezza; g.p. prandstraller; yann rabanier / madame figaro - morgane miel; bauman - l’ultima lezione)