Aggiornato al 21/11/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire
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Pablo Picasso (1881 - 1973) - Guernica – 1937

Forza di attrazione dell’arte.


Mi sembra che la forza di attrazione, la luce all'arte sia data più dalle opere del passato che da quelle contemporanee. L'arte pulsa ancora oggi grazie alla forza di Leonardo, Picasso, Matisse più che degli artisti del nostro tempo.

In parte per ignoranza o disinteresse, per varie sindromi dell’epoca d’oro e nostalgie, ma indubbiamente anche perché queste hanno perso carica attrattiva.

Ammirare e conoscere l'arte moderna sembra una velleità da aspiranti intellettuali, che si divertono a far finta di stare al passo con cose che viaggiano a una frequenza troppo diversa dalla loro.

Come mai ancora oggi il cuore pulsante dell'arte sono le opere del passato?

La cosa più eclatante che ho notato è una: le opere moderne (molte) hanno perso completamente senso estetico. E questo è importante. Ci si è dimenticati che l'arte è estetica, è piacere per gli occhi, è bella da vedere. Per senso estetico non intendo proporzioni classiche o chiaroscuri da manuale, ma quella cosa che ti fa posare lo sguardo con piacere, che ti fa indugiare su un colore, su una forma. Ci si è tutti concentrati a fare delle opere "profonde" "di significato" "concettuali" dimenticandosi completamente di una cosa, per me, fondamentale: il piacere dello sguardo. Non denigro l'arte concettuale, ma è come se tutto ciò ci fosse irrimediabilmente sfuggito di mano, esempio: Guernica, non esiste forse opera più significativa socialmente, fatta per contestare qualcosa. Ma in un certo senso ha un senso estetico; forse sono confusa dagli anni e dal mito che le si è creato attorno, ma indubbiamente, per quanto sgradevole, è un quadro che ha un suo senso estetico. Nelle opere moderne spesso non vedo tecnica, non vedo maestria, vedo solo vuoti concetti che ridondano come in capsule di vetro.

L'arte è anche manifestazione di una bellezza, (che non deve essere canonica) e mi sembra che col tempo per farne effige di grandi concetti, rivoluzioni sociali o culturali, ce lo si sia dimenticato. Insomma guardate le opere di Matisse: i pesci rossi ad esempio, che significato gli si può mai affibbiare? Che sono se non un miscuglio di cose che formano un mondo in cui indugiare? Eppure se non hanno un significato sociale, o nascosto, pensiamo che non sia arte? L'arte che ammiriamo di più e guardiamo tutti con malinconia è quella più bella, e che non ha come primo scopo quello di combattere una battaglia. È anche quello, lo scopo, ma non la pervade perché perderebbe efficacia.

Diciamo di apprezzare quest'arte dei nostri tempi e poi ci ripetiamo: "eh ma gli impressionisti, eh ma Leonardo, eh ma Caravaggio..." tutta gente che si svegliava la mattina per ritrarre il mondo. Paesaggi, vedute cittadine, volti, persone: ma che altro significato hanno se non le emozioni che suscitano in chi le vede? Aneddoti, significati nascosti, messaggi cifrati… alla fine quello che resta è la loro arte. Non credo siamo così bruti e semplici al punto che solo guerre, immagini cruente o contestazioni sociali sono in grado di suscitarci sentimenti forti, esiste anche tanto altro. Forse possiamo osare (e meritare) di più.  Finendo di scrivere questi miei pensieri leggo una frase di Picasso, che forse impedisce di scivolare in senso opposto: "dipingere non è un'operazione estetica: è una magia tesa a compiere una mediazione tra questo mondo estraneo e ostile e noi".

Non so quanto questo ‘non è un’operazione estetica’ di Picasso fosse categorico, e capirete bene che mi viene difficile contraddire Picasso quando si parla di arte. Non so come si concilia questo pensiero con quanto fino adesso ho detto, però sento che in qualche modo lo fa, e aggiunge materiale alla questione. Questa frase dà da pensare, e sposta la riflessione un gradino più in su.

Inserito il:27/07/2015 11:15:04
Ultimo aggiornamento:23/08/2015 18:21:03
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