Louis Charles Moeller (New York, 1855-1930) - Conversation
La comunicazione (im)perfetta
di Giovanna Casertano
Il termine comunicazione ha assunto nel tempo e come conseguenza di cambiamenti sociali e culturali, diversi e differenti significati. Il suo uso comune come sinonimo di dire, dialogare, informare trasmettere, rendere noto, è andato ad ampliarsi fino a comprendere concetti come partecipazione, condivisone, relazione ed interpretazione.
L'utilizzo della tecnologia ha influito notevolmente sull' accezione dello stesso termine.
Nel periodo precedente alla diffusione di internet per esempio, il termine comunicazione indicava principalmente la trasmissione unilaterale di informazioni e notizie da parte dei cosiddetti mass media. Il filosofo Theodor Adorno li aveva definiti come Industria culturale che, attraverso la stampa, la radio e soprattutto la televisione, inviava messaggi semplici e mirati, spesso persuasivi, in grado di manipolare le coscienze e trasformare l'individuo da soggetto pensante ad oggetto passivo, in cui suscitare bisogni, condizionare opinioni, gusti, emozioni e spingerlo al consumo.
Negli ultimi decenni la nuova tecnologia e la scrittura digitale in particolare, di facile utilizzo e a disposizione di tutti, hanno in larga parte, sostituito i precedenti mezzi di informazione e sembra, abbiano di conseguenza, ribaltato anche il ruolo dell'individuo nel contesto comunicativo: non più essere passivo che semplicemente riceve parole, immagini, video, ma soggetto attivo di relazioni interattive in cui dire, fare, condividere, confrontarsi, partecipare …
Ma perché allora sembra ancora difficile comunicare, anzi comprendersi?
“ Tu non capisci”
“ Tu non ti spieghi”
“ C'è stato un qui pro quo”
La comunicazione umana non è mero e meccanico trasferimento di pensieri e concetti espressi da un soggetto emittente ad un altro ricevente, secondo le regole di una grammatica comune, ma è un processo complesso che implica azioni e reazioni cognitive ed emotive di coloro che ne sono coinvolti. Inoltre presuppone che i contenuti condivisi, affinché siano capiti, abbiano un senso ed un significato, a volte intrinseco e non sempre subito riconoscibile.
Se Internet permette dunque di diffondere notizie, condividere pensieri, modificare messaggi, stimolare opinioni, creare contatti, modificare parole, immagini e suoni, non può però interpretarne umanamente i contenuti, perché non tiene conto delle cosiddette implicature conversazionali, con cui il filosofo Herbert Paul Grice negli anni Settanta aveva esposto nelle sue lezioni di “Logica e conversazione”, le regole per l'interpretazione della comunicazione umana basata sul linguaggio comune e non sull'analisi logica, come invece volevano i neopositivisti degli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento.
La comprensione della comunicazione non dipende solo dall'uso corretto della sintassi che ne dà il senso, ma anche dal tipo di rapporto tra i comunicanti e dalle circostanze: tutti elementi implicanti che concorrono al significato dell'atto comunicativo.
A volte senso e significato coincidono. Per esempio, con la frase “io mangio un panino” sto comunicando un atto il cui senso (soggetto, verbo e complemento) corrisponde al significato, cioè che sto mangiando realmente un panino.
Altre volte senso e significato invece non corrispondono. Si consideri il seguente esempio:
Un selezionatore chiede ad un direttore d'azienda una presentazione/ valutazione di un suo ex collaboratore al fine di una possibile collocazione lavorativa. Supponiamo che il direttore risponda: “Il collaboratore in questione ha partecipato a tutte le riunioni; è sempre arrivato puntuale in ufficio ed ha svolto tutti i compiti a lui assegnati.”
E' evidente che questa dichiarazione abbia un senso e un significato differenti in quanto, il direttore pur rispondendo in modo corretto e coerente alla richiesta, si limita però a fornire delle informazioni superficiali che non corrispondono alle richieste del formatore. Il significato della comunicazione è ciò che si legge “tra le righe” in ciò che è implicato e cioè che il direttore è riluttante ad esprimersi sull'operato del suo ex collaboratore.
La comunicazione, essendo un prodotto umano individuale e sociale alla stesso tempo, rispecchia le esperienze, le emozioni, i pensieri, la cultura e le tradizioni dei soggetti che si relazionano e contemporaneamente risente dei cambiamenti che avvengono fuori da noi.
Così come non esistono persone perfette, non c'è una comunicazione perfetta, che sia efficace per tutto e per tutti.
“E come possiamo intenderci se nelle parole che io dico metto il senso e il valore delle cose che sono dentro di me; mentre chi le ascolta, inevitabilmente, le assume col senso e il valore che hanno per sé del mondo che egli ha dentro?”(L. Pirandello)