Aggiornato al 28/03/2025

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Immagine realizzata con strumenti di Intelligenza Artificiale

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Pubblichiamo con piacere questo pezzo di Annalisa Rabagliati tratto dal suo libro "I viaggi dei Bogianèn" compresa la lettera di accompagnamento che ha voluto gentilmente inviarci. Questo a conferma della apprezzata poliedricità del nostro web magazine. Buona lettura. Pietro Bordoli.

 

Buonasera, gentile Pietro

Leggo gli articoli dedicati alla penosa situazione politica mondiale e mi vergogno un po' di non poter partecipare alle discussioni dicendo la mia, perché so che ogni mio intervento sarebbe forse ingenuo, espresso in modo troppo semplice e renderebbe manifesta la mia grave incompetenza politica. I miei giudizi sono dati da emozioni che mi portano verso quegli ideali che sembravano essere di tutti fino a poco tempo fa. Ideali che inducono a parteggiare per chi ha avuto tra le braccia un fratello ucciso da criminali e non per chi è stato capo di criminali che hanno ucciso. È una questione di umanità, non di calcolo. 

È giusto che chi è in grado di farlo analizzi la situazione che ha portato il mondo ad abbandonare gli ideali di fratellanza e solidarietà in così pochi giorni, ma la soluzione da trovare non è facile, neanche per chi è competente. Siamo in mano a gente senza scrupoli, tutto il mondo lo è, anche se nessuno può dirlo apertamente, per fondati timori.                                                                                     

Quando ero adolescente leggevo fumetti e romanzi di fantascienza in cui vi era sempre un pericolo incombente causato da invasori provenienti da un altro pianeta, dove regnava un re o imperatore megalomane. A quei tempi a me un regno unico a livello planetario sembrava impossibile, pura immaginazione. Mai avrei detto che saremmo giunti ad avere sulla Terra il governo di due o tre ultra ricchi che plagiano addirittura le menti, usando il denaro o tecnologie che dovrebbero servire al bene di tutti e il peggio è che trovano un gran numero di persone disposte a seguirli!                 

Ecco: tutto qui il mio modesto contributo alla discussione sui tempi che stiamo vivendo. Non so se in questo momento articoli su altri argomenti siano ben accetti. Però ieri ho letto quello di Simonetta e quello di Davide ed ho respirato di sollievo. Finalmente qualcosa di leggero e piacevole che è più nelle mie corde.
Per questo mi permetto di inviare un testo su alcuni ricordi di viaggio che ho pubblicato in un libro.

In attesa di vedere tempi migliori a livello mondiale, invio un caro saluto.

 

LAPPONIA

di Annalisa Rabagliati

Fine febbraio: a causa dell' influenza niente viaggio in Lapponia programmato per vedere finalmente l' aurora boreale. Che sfortuna! Ma che posso farci? Per consolarmi ripenso a quando ci siamo stati anni fa e, anziché cercare le foto scattate e i filmini girati, è molto più comodo andare a rileggere quel che ho scritto di quei posti nel mio libro "I viaggi dei Bogianen".
Quante belle esperienze in Lapponia: il giro sulla slitta tirata dagli huskies, quello con la renna Toby, il museo dell' Artico, la grotta dell' orso, la marmitta dei giganti, la città di Rovaniemi...
Quello che segue è un estratto dal libro.


“Rovaniemi, la capitale della Lapponia, ricostruita dopo la guerra, è una città moderna, che vanta edifici progettati da Alvar Aalto, ma è nota a tutti i bambini del mondo perché vi si trova il villaggio di Babbo Natale! Ci siamo andati anche noi, naturalmente, ogni volta che siamo stati al Nord, per soddisfare quel che rimane della nostra infanzia e ci siamo divertiti. Abbiamo conosciuto Babbo Natale, Joulupukki in Finlandese, o Santa Claus, se vogliamo cedere alla globalizzazione.  È un signore di una certa età, grande e grosso e dalle incredibili capigliatura e barba bianche che lo caratterizzano.

Il villaggio di Babbo Natale è un punto vendita di souvenir làpponi. Non si deve credere però che sia un supermercato grossolano, perché ha il suo fascino, forse dato dall’eccitazione di essere lì, a 66° 33’ di latitudine Nord, proprio dove passa l’immaginario Circolo Polare Artico (Napapiiri) che si può vedere disegnato sul selciato e scavalcare con un passo, per andare ad abbracciare un grande mappamondo di pietra, come ho fatto io.

Vedemmo Rovaniemi e il circolo polare Artico per la prima volta nel 2007, quando attraversammo in auto la Lapponia per raggiungere Capo Nord. Che panorami esotici per noi la taiga e la tundra!
E quante renne incontrammo lungo il percorso: era d’estate e queste andavano in giro da sole, anche se appartenevano ai pastori lapponi, i Sami.
Abbiamo incontrato i Sami in molti posti in Lapponia, ma l’incontro più speciale fu quando percorremmo un sentiero escursionistico in un parco, un kansallispuisto.
La natura era spettacolare: si camminava nei boschi di betulle e conifere lungo il percorso che costeggiava il grande fiume. La corrente era impetuosa e le acque sembravano gialle per la torba presente nel terreno del letto.
In quel parco vi erano aree per picnic e capanne lapponi. Sentimmo arrivare da una di quelle capanne una specie di musica e, incuriositi, entrammo e vedemmo dei Sami, vestiti con abiti normali, che al suono di un lungo corno e di un tamburo intonavano una nenia, via via più veloce e inebriante, tanto da farmi pensare che il cantore fosse uno sciamano. Si sa che è così che gli sciamani raggiungono il momento in cui cadono in trance: cantando e danzando in modo sempre più forte e frenetico tanto che gli astanti si eccitano e scatenano sempre di più, prendendo parte all’evento. Lo sciamano volle parlare con noi. Probabilmente per lui era inconsueto conoscere dei cittadini rispettosi e interessati che venivano da un Paese lontano.

Lo sciamanesimo è un fenomeno antico che si spiega con il bisogno di spiritualità che è nell’animo umano. Non è una religione, né ha dogmi: chiunque può essere sciamano, uomo o donna, e imparare dagli sciamani anziani le tecniche per raggiungere l’estasi. Si dice che così possa fare da tramite tra i tre livelli diversi dell’universo: quello inferiore, del male, quello umano in mezzo e quello superiore del cielo. Importante è la percussione del tamburo, che rappresenta il ciclo della vita con la sua forma ovale o tonda e spesso riporta dipinti i tre livelli e l’albero della vita che li collega. Nel livello di mezzo non sono rappresentati solo gli umani, ma anche gli animali: renne, alci e orsi sono per i Sami animali totemici, degni di grande rispetto e alla base della mitologia lappone.

L’orso era, secondo il mito, il progenitore dell’umanità, che però si comportò male con gli umani e per questo venne decapitato e lanciato in cielo dal Dio dell’universo, a formare la costellazione dell’Orsa Maggiore, ben visibile nel cielo del Nord. Il nome Artico che indica i luoghi sopra il 66° parallelo e i popoli che li abitano deriva infatti dalla parola greca Arktos, orso.

Quante informazioni dà una visita al Museo dell’Artico di Rovaniemi! E in Finlandia c’è modo di confermarne la bontà: basta alzare lo sguardo al cielo stellato per notare, più in alto che alle nostre latitudini, la costellazione dell’Orso senza testa che vigila sui popoli settentrionali. 

Al Museo dell’Artico ho anche imparato che il popolo Sami crede che l’Aurora Boreale sia la coda della volpe artica e io penso che questa credenza sia espressione poetica dell’animo dei popoli più legati alla natura di noi, troppo civilizzati. Riuscirò mai a vedere questa coda luminosa? È la quarta volta che veniamo in Finlandia non d’estate, ma non siamo mai stati fortunati. Chissà questa volta? Ci spero e vado in giardino.

Fa freddo, ma non troppo, meno di oggi pomeriggio: esco addirittura in pigiamone e pantofole. Il terreno è ricoperto dalla neve ghiacciata, che scrocchia sotto i miei piedi, il cielo è sereno, qualche nuvola scorre via nel limpido blu scuro, lasciandomi vedere molte stelle. C’è un silenzio magico e non tira vento, sento l’aria rarefatta e resto un po’ a guardare verso nord, ma stanotte niente aurora.  Meglio andare a nanna perché qui tutti hanno sonno. Magari domani …   Hyvää yotä! ”.

 

Inserito il:21/02/2025 10:24:23
Ultimo aggiornamento:21/02/2025 12:02:33
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