Immagine realizzata con strumenti di Intelligenza Artificiale
Della vecchiaia
di Gianni Di Quattro
Prima due parole su questa fase della vita, di cui tanto è stato scritto anche da illustri protagonisti del pensiero e della cultura.
Questo periodo della vita arriva verso il finale della vita stessa, a prescindere da tutto ed è nello stesso tempo faticoso e un privilegio. Faticoso e doloroso per gli amici e i cari che si sono persi e che hanno popolato il proprio percorso di vita, ancora perché si capisce che le speranze si accorciano, la voglia di progettare si acquieta, le forze progressivamente perdono vigore, l’impegno di curarsi per cercare di resistere aumenta e occupa gran parte del tempo.
Un privilegio perché si è ancora vivi, si percepisce la vita, si capisce il suo fascino, si può ancora godere non di tutto quello che offre ma ancora di tante cose, si coltivano i ricordi che aiutano a vivere.
Forse il privilegio maggiore è anche quello di capire il senso della vita, di riflettere su tutto ciò che sono state le proprie convinzioni, di vedere il mondo e le cose che accadono con distacco e dolcezza, di capire il valore di tante cose soprattutto dei sentimenti, in primis quelli dell’amicizia e dell’amore. Forse non è troppo azzardato sostenere che senza la vecchiaia una vita, qualsiasi vita è incompleta e questo aumenta il valore e il significato del privilegio della vecchiaia.
Il problema è tuttavia come si vive la vecchiaia, come si ha la lucidità di gestirla e come si deve fare per non rischiare di diventare prigionieri dell’invidia verso chi non lo è vecchio, verso i propri ragionamenti magari cristallizzandoli ed esasperandoli, verso la voglia di continuare a dimostrare di essere come prima (la famosa sindrome di Biden).
Come si è e cosa si deve fare per non abbandonarsi e affidarsi al lamento per attirare ancora curiosità e magari interesse. Il problema è, insomma, quando non si vuole abbracciare la dolcezza nella parte della vita in un certo senso più affascinante almeno sino a quando il cervello continua a funzionare, quando si rimane attaccati a tutto ciò che ha guidato la nostra vita senza la voglia di ripensare, rivedere, riconsiderare.
È insomma la parte della vita che ci avvicina sentimentalmente e intellettualmente a quello che abbiamo fatto, a quello che siamo. È la parte della vita che ci fa vedere come sfogliare come fosse un romanzo la storia della vita nostra e delle persone che la hanno popolata, degli interessi coltivati, dei sentimenti che ci hanno guidato.
E non è poco, tutto questo riempie il nostro cuore e dà un senso a tutta la nostra esistenza.