Leonid Afremov (Vicebsk, Bielorussia, 1955 - Playa del Carmen, Messico, 2019) - Evaneshing Sight
Vivere l’ultimo miglio
di Gianni Di Quattro
Ad un certo punto quando il percorso fatto nella vita diventa abbastanza lungo e quando si comincia a vedere la luce della fine del tunnel, il tunnel del proprio destino, i pensieri affollano la mente. Si ripensa alla vita passata, si affacciano le nostalgie ed i rimpianti, nasce in modo inconsapevole la paura del futuro. Un futuro non più visto come opportunità, come sfida, ma come un pericolo, come la fine di un sogno e lo si comincia a guardare, a pensare con tristezza.
Ci sono in questi casi due cose importanti che aiutano a vivere, a dare ancora allegria, a farci capire che ogni giorno è una bella conquista e sono gli affetti e i ricordi.
I ricordi riempiono i vuoti scavati nella nostra vita, quando il lavoro finisce, molti compagni di vita sono spariti, gli scenari che hanno accompagnato il nostro percorso si sono volatilizzati, non ci sono più i protagonisti che ci hanno tenuto compagnia, che siamo stati abituati a vedere, ad ascoltare, a seguire per tanto tempo.
Ed allora ci impegniamo a ricordare, a rivivere, momenti, situazioni, emozioni e sentimenti. Ricordare certe scelte, successi, condivisioni, più banalmente la bellezza che ci è stata vicino, che abbiamo inseguito, le serate a sognare, a parlare, a programmare il futuro come se la nostra vita non dovesse aver fine, ad immaginare di cavalcare la vita comunque, ad essere diversi da quelli che eravamo o a volere credere essere diversi.
E poi gli affetti. A partire da chi ci ha fatto compagnia nella vita, ha condiviso momenti facili e difficili, ha costruito insieme tutto quello su cui oggi si cerca di resistere. E poi gli amici, il vero valore della vita, tutti gli amici. Quelli dell’età della leggerezza, della maturazione umana, che ci hanno fatto compagnia per tutto il percorso o per alcuni pezzi solamente.
Non importa se gli amici di un tempo si sono persi, non importa non averli più visti, avere visto come sono cresciuti o dove sono andati, quello che importa e che rimane scolpito nel nostro cuore e nella nostra mente, è le emozioni che ci hanno regalato, il piacere della sintonia che tra di noi c’è stata, le sfide che magari abbiamo lanciato insieme e a prescindere da come sono andate a finire.
E poi gli amici recenti, che si sono aggiunti, che ci sembra di conoscere da tanto tempo, con i quali si condividono i ricordi e con i quali si costruiscono pensieri di futuro come se questo dovesse essere ancora lungo e ci dimentichiamo parlandone che ormai dovremmo usare altre parole per indicare il prosieguo del nostro cammino.
Affetti e ricordi sono il vero motore, il portale come direbbero oggi i giovani, che ci consente di costruire l’ultimo pezzo di vita, l’ultimo miglio del nostro andare.