Aggiornato al 21/11/2024

Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo

Voltaire

Corinne Hartley (Los Angeles, 1924 - ) - The Crash of Waves

 

Quei giorni azzurri e quel sole dell’infanzia

di Gianni Di Quattro

 

Quando Antonio Machado fu trovato morto in Francia, dove era scappato a piedi da Barcellona non appena anche questa cadde davanti alle truppe del Generalissimo Franco che poi tenne in mano il paese tutto per oltre un trentennio, in una tasca del suo cappotto fu trovato un biglietto.

Diceva “quei giorni azzurri e quel sole della infanzia”, evidentemente dedicato alla sua infanzia trascorsa in Andalusia.

L’ultimo pensiero che percorse la sua mente prima della fine ed è straordinario sapere che un uomo possa avere pensieri finali di questa bellezza prima di precipitare per sempre.

Mi ha fatto molto riflettere conoscere questo episodio non solo per la stima verso il grande poeta spagnolo, ma anche perché il periodo della infanzia lo si ricorda per tante cose, non tutti però riescono a capire anche dopo e anche a distanza che rappresenta il periodo più bello della vita. E chiuderla con il suo ricordo è il massimo cui un uomo possa aspirare, almeno per tanti.

L’infanzia è un periodo dolcissimo della nostra vita, il più dolce. Perché persone amorevoli se ne prendono cura con attenzione e piacere, si pensa al mondo come un sistema colorato di azzurro (il colore della bellezza quieta) dove si mangia, si dorme e si cerca di avere più giochi possibile magari sottraendoli ad altri bambini con la forza (avrà ragione Hobbes?).

E’ il periodo delle scoperte, quelle vere della vita, ogni giorno e ogni momento e in ogni occasione è una sorpresa continua, si cerca di capire che succede e lo si fa solo per alimentare la curiosità che si sviluppa, più cose scopriamo e più cose inimmaginabili vengono a contatto con noi.

La stessa cosa succede alla fantasia, infatti è durante l’infanzia che si sviluppa questa grande dote e la voglia di applicarla ad ogni cosa, trasformando ogni immagine in un modo diverso ed esclusivo.

Soprattutto l’infanzia è il periodo dell’amore puro senza altre emozioni che possono condizionare questo sentimento, il principe dei sentimenti e nello stesso tempo il più delicato e fragile. L’amore per chi ci cura, l’amore per le cose che ci piacciono, per la bellezza, per chi si ferma a giocare con noi, per i sogni che facciamo, per la vita che cominciamo a vedere scorrere e che ci pare bellissima.

Naturalmente l’infanzia è più bella, e quindi la vita tutta è più bella, se chi ci cura lo fa non solo con amore, ma anche con attenzione e con senso di responsabilità.

Responsabilità perché deve sapere che dalla nostra infanzia dipenderà poi tutta la nostra vita e chi guida la nostra infanzia alla fine ha la responsabilità di come sarà tutta la nostra vita.

Attenzione perché nessuno di noi è uguale agli altri e quindi capire come siamo significa anche capire come aiutarci a crescere e a volerci bene.

Purtroppo queste condizioni sono difficili da esistere nello stesso tempo in chi si cura dell’infanzia di altri e questo giustifica anche lo sviluppo di comunità in gran parte costituite da persone incapaci di adattarsi e abbandonati allo squilibrio spesso anche violento.

Se si parla dell’infanzia non si può non dare uno sguardo e riflettere sui tanti bambini nel mondo abbandonati o che vivono dove infuria la violenza, la ferocia, la guerra. Ed è questa situazione che ci fa capire il mondo più di ogni altra cosa, il suo egoismo e la tendenza dell’uomo, quando non è corretta dall’amore, verso la sopraffazione e la violenza. E non sono le religioni che possono correggere questa situazione, la verità è che il percorso dell’uomo verso la civiltà è ancora lungo e difficile, sino ad ora ha solo messo a punto strumenti per vivere e per combattere e adesso deve capire che si può vivere senza combattere. E deve capire che se è feroce e violento è inutile pregare perché il perdono come l’aldilà non esistono, sono solo trucchi di chi vuole vincere e cerca di convincersi che si può essere malvagi perché non tutto è perduto.

Io sto con Antonio Machado, amo l’infanzia e amo l’azzurro di quei cieli e il sole che la illumina. Penso che il mondo sarà più civile e più bello quando l’infanzia sarà bella per tutti o quasi e quando tutti capiranno che l’infanzia vale una vita.

 

Inserito il:04/01/2018 16:28:51
Ultimo aggiornamento:04/01/2018 16:34:04
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