Boardman Robinson (Canada, 1876-1952) – Socrate - Oil painting
La mancanza di conoscere sé stessi
di Bruno Lamborghini
Ho conosciuto il prof. Alessandro Formica che insegna Self-science all’Università di Miami e che ha iniziato a diffondere questa scienza anche in Italia. Mi ha fatto capire che cosa vuole dire Self-science e cioè la coscienza di sé, la consapevolezza di chi si è e come si costruisce una autostima corrispondente a ciascuno.
Questo insegnamento si sta diffondendo in molte facoltà americane perché il problema è che oggi è sempre più carente questa auto-coscienza in tutte le attività, dall’insegnamento al management ed alla politica e sarebbe urgente affrontare il tema sin dai primi anni di scuola.
Infatti, solo attivando la consapevolezza del proprio io si può costruire un percorso di apprendimento non superficiale e quindi rapidamente deperibile, ma invece si possono porre chiari obiettivi e costruire il patrimonio di conoscenze, sentendoci responsabili d quello che facciamo.
I grandi pensatori greci lo avevano già capito quando chiedevano a ciascuno di conoscere se stessi come prima cosa (gnozy sauton).
I primi risultati che si sono ottenuti riempiendo il vuoto di auto-coscienza sono straordinari perché definiscono ed accrescono la autostima di ciascuno ed il senso di responsabilità nelle singole azioni.
Perché oggi si manifesta questa esigenza? Oggi né la scuola né la famiglia consentono l’approfondimento della conoscenza di ciascuno, dato che si definiscono regole e processi cognitivi di carattere standard impersonali, ottenendo per lo più apprendimenti e comportamenti formali senza diretta partecipazione. Lo stesso stock di conoscenze che si accumula via via è spesso privo di fondamenta e quindi di fatto fragile e non integrato nella vita stessa di ciascuno.
Il problema della mancata acquisizione della consapevolezza di sé nella fase adolescenziale porta ad atteggiamenti conflittuali o aggressivi come il bullismo. Ma ancora più negativo è che questa carenza spesso si protrae nella vita attiva di ciascuno rendendo fragili e spesso privi di obiettivi e percorsi chiari la propria vita e la propria attività di lavoro.
Se questo problema è divenuto critico negli USA, tanto più lo è in un paese come l’Italia dove si stanno perdendo o si sono già persi valori e riferimenti di percorso e dove non ci si chiede mai che cosa siamo e cosa vogliamo veramente, inseguendo solo slogan indefiniti o generati da interessi specifici.
Gli stessi canali Social tendono a promuovere un dialogo illusorio senza vere risposte in un circolo vizioso privo di obiettivi e impedendo la costruzione di una consapevolezza da parte di ciascuno, ma allargando uno schema di individualismo di massa in cui nessuno è responsabile.
La domanda da porsi è: come è possibile proporre in Italia a partire dalle scuole e dai processi formativi questa capacità di conoscere sé stessi come elemento fondamentale per la vita di ciascuno e per la costruzione di una comunità civile e responsabile?