Thomas Faed (Scotland, 1826 - London, 1900) - Oh Why Have I Left My Hame?
Un amore doloroso
di Gianni Di Quattro
Il mio amore doloroso è quello per la terra natia, quella che ho abbandonato a poco più di venti anni dopo una laurea per cercare lavoro e per costruire una vita dove si poteva e magari rinunciando a tanto. Ai sogni accarezzati per molto tempo di quello che mi sarebbe piaciuto fare, alla mia famiglia, ai miei amici che hanno accompagnato la parte più bella e spensierata della vita, ai sapori, agli odori, alla luce, alla umanità che, secondo me, solo poche terre come la Sicilia sanno offrire con generosità.
È difficile spiegare il dolore che rimane quando si è costretti ad emigrare ed a prescindere da come vanno le cose, rimane per tutta la vita e si manifesta con una costante melanconia che diventa un dato del carattere. Questo dolore, questa melanconia che somiglia ma che, secondo me, è più forte della saudade brasiliana, chi, per sua fortuna, non ha emigrato, chi ne parla solo immaginandolo, non lo può capire interamente e lo dico senza mancare di rispetto alla intelligenza e ai sentimenti di tutti. E, ripeto, si manifesta a prescindere dallo svolgersi della vita, dal lavoro trovato, dai sentimenti cercati, costruiti o in cui ci si è imbattuti, dall’umanità incontrata, dall’amore che riesce ad accompagnare tutta la vita, persino dai successi conseguiti, o quelli che si si decide di chiamare successi.
Questa melanconia che accompagna chi è costretto ad emigrare si manifesta di continuo in tutto il percorso della vita, si sente persino nei momenti di allegria, nei momenti in cui esplode la felicità di esistere per un sentimento consolidato, per un traguardo raggiunto, per una serenità che si sente.
Abbandonare la propria terra soprattutto in età giovanile e sapere di doverlo fare per dovere costruire la propria vita, sapere che le alternative non ci sono e se ci sono, sono faticose, incerte e non a portata di mano, sapere di non potere contare su patrimoni familiari, anzi di dovere cominciare a contribuire dopo tutti i sacrifici che la famiglia ha dovuto fare per consentire studi e una vita piena di dignità, ecco tutto questo si mescola alla melanconia dell’abbandono dei luoghi. Una miscela che impregna la propria vita per sempre e che la condiziona. Un amore doloroso, molto doloroso.