Immagine realizzata con strumenti di Intelligenza Artificiale
L'ideologia è comoda perché non necessita di far funzionare il cervello
di Achille De Tommaso
L'ideologia è una scorciatoia mentale.
Questo atteggiamento, comune in vari ambiti della vita – dalla politica alla religione, dalla scienza alla cultura – rappresenta un pericolo per l'autonomia intellettuale e per la capacità di pensiero critico che dovrebbe caratterizzare l'essere umano.
***
Uno dei tratti distintivi delle ideologie è che offrono risposte preconfezionate a problemi complessi. Questa "comodità" mentale permette all'individuo di evitare il faticoso compito di mettere in discussione le proprie convinzioni o di considerare la complessità delle questioni. L'ideologia diventa una lente attraverso cui si filtra la realtà, riducendo il bisogno di analisi e dubbi.
Questa sorta di scorciatoia mentale, libera l'individuo dal compito di confrontarsi con l'incertezza e l'ambiguità, due aspetti che richiedono un notevole impegno cognitivo e culturale. Sostituendo la riflessione con la ripetizione di dogmi, si genera una sorta di pigrizia intellettuale. Le persone si allineano automaticamente alle risposte che la loro ideologia di riferimento fornisce, siano esse giuste o sbagliate. Quando si aderisce a un'ideologia in maniera acritica, il cervello non è più stimolato a valutare la validità delle informazioni che riceve, né a esplorare nuove prospettive.
Quando si segue un'ideologia, si tende a polarizzare il dibattito, vedendo il mondo in termini di bianco o nero, senza apprezzare le sfumature che caratterizzano ogni questione. Il dialogo e la ricerca di soluzioni comuni vengono sostituiti dalla volontà di imporsi sugli altri. Un esempio storico e significativo è rappresentato dai totalitarismi del Novecento. Ideologie totalizzanti come il fascismo e il comunismo hanno alimentato la divisione sociale, cercando di imporre un'unica visione del mondo. Quella loro.
Se l'ideologia rappresenta una via di fuga dalla complessità, il pensiero critico è l'antidoto a questa tendenza. Ma pensare criticamente non significa soltanto analizzare razionalmente le idee, ma anche sviluppare una sensibilità nei confronti dell'incertezza, del dubbio e del cambiamento. Il pensiero critico non si accontenta delle risposte semplici e preconfezionate: mette in discussione, cerca alternative e apre al confronto con idee diverse. Mentre l’ideologia tende a fornire risposte preconfezionate e statiche, il pensiero critico, invece, si nutre di una tensione continua verso la comprensione del reale, riconoscendo che il mondo non è bianco o nero, ma fatto di sfumature, incertezze e complessità.
In un ambiente digitale, ampiamente interconnesso, il pensiero critico deve promuovere ancor più la capacità di filtrare le informazioni, valutare le fonti, e riflettere profondamente sul significato di ciò che si apprende. Questa abilità non solo ci aiuta a evitare di cadere nelle trappole della disinformazione o della propaganda ideologica, ma ci spinge a coltivare una visione del mondo più articolata, dove contraddizioni e diversità sono elementi da accogliere, piuttosto che da semplificare o respingere. Nel mondo attuale, sempre più complesso, quindi, il pensiero critico diventa essenziale per interpretare la molteplicità di informazioni e punti di vista con cui ci confrontiamo quotidianamente. Nell'epoca delle fake news, della disinformazione e delle opinioni polarizzate, il pensiero critico non è soltanto un'opzione, ma una necessità per districarsi nel caos informativo.
Ma l’ideologia è comoda
Il vero problema è che l'adesione a un'ideologia ha una dimensione psicologica di conforto: “l’ideologia è comoda”. In un mondo caotico, le ideologie offrono come un punto di riferimento: un senso di stabilità. Chi aderisce a un'ideologia si sente parte di una comunità che condivide gli stessi valori e lo stesso modo di vedere il mondo. In questo senso, l'ideologia è però un prodotto di pigrizia mentale, oltre ad essere una risposta al bisogno umano di trovare certezze in un contesto di incertezza. Ma il rischio di questo conforto psicologico è che possa trasformarsi in una trappola, impedendo alle persone di evolvere e di adattarsi ai cambiamenti. Il mondo non è statico, e le idee che una volta potevano sembrare valide possono rivelarsi inadeguate di fronte a nuove sfide. Continuare a rifugiarsi in ideologie preconfezionate significa negare questa realtà mutevole e limitare il proprio potenziale di crescita intellettuale e morale.